Esame Clinico Illustrato

EOP apparato respiratorio: auscultazione del torace

Mediante l'auscultazione del torace ci si propone di analizzare la funzionalità del polmone nella sua parte esplorabile.
Bisogna pertanto innanzi tutto stabilire se ed in quale misura sono presenti i rumori normali relativi alla funzione respiratoria e preoccuparci poi della presenza di rumori nuovi, nettamente patologici, di origine polmonare e/o extrapolmonare.

Tecnica di auscultazione del torace

L'ascoltazione toracica si esegue facendo uso di un fonendoscopio (eventualmente stetoscopio) ben appoggiato sulla parete da esaminare.

A tal fine ci si pone di fianco all'animale, colla testa rivolta verso la testa dell'esaminando e la mano libera appoggiata sul suo garrese.

Nei grossi animali, si può eseguire l' auscultazione anche ponendo direttamente l'orecchio sulla parete toracica, con interposto (per ovvie ragioni igieniche) un telo sottile, ben teso.

Steto/fonendoscopio

Fonendoscopio per grossi animali
(modello Goetze)

La sequenza di ascoltazione delle zone del campo polmonare è libera; è bene, tuttavia, abituarsi ad un ordine di successione sempre uguale.
Ascoltando le zone inferiori del torace dei grossi animali può essere utile abbassarsi col corpo sulle ginocchia flesse o con un ginocchio a terra per evitare che la nostra testa troppo abbassata si trovi in condizioni sfavorevoli per la percezione dei rumori endotoracici.
Per l'ascoltazione delle regioni più anteriori è bene far spostare l'arto anteriore corrispondente in avanti.

Nei bovini, facendo poi spostare l'arto anteriore all'indietro, e portando l'esplorazione fra la punta della spalla e l'entrata del petto, si possono ascoltare le regioni corrispondenti agli apici polmonari.

 

Alla percezione dei rumori patologici endotoracici (vedi avanti) contribuisce efficacemente la provocazione di inspirazioni profonde e di espirazioni prolungate.
Ciò si può ottenere od occludendo per alcuni minuti le narici colle mani o con dei batuffoli; nei bovini corrisponde ottimamente una cuffia di gomma applicata sul muso dell'animale fino a quando non mostra segni di insofferenza.

Reperti auscultatori fisiologici

Murmure vescicolare:

Il murmure vescicolare rappresenta il fenomeno acustico (suono) del polmone in piene condizioni funzionali fisiologiche, ed è determinato dall'attrito che l'aria incontra distribuendosi lungo l'albero bronchiolare per arrivare all'alveolo polmonare e dalle vibrazioni determinate dalla distensione delle pareti alveolari.
Alla genesi del murmure vescicolare contribuisce in maniera preponderante anche lo stato di tensione o di rilasciamento della muscolatura liscia dell'apparato microbronchiale e del colletto alveolare.

Nel cavallo sano e giovane, il murmure vescicolare è di massima esclusivamente inspiratorio, assorbente, dolce, continuo, con tonalità crescente dall'inizio al termine dell'inspirazione. Soprattutto nei giovani puledri può essere apprezzato anche all'inizio della fase respiratoria.

Nel bovino e nel cane il murmure vescicolare è presente in ambedue le fasi del respiro, ma è sempre prevalentemente inspiratorio.

 

Murmure vescicolare rinforzato:

Il murmure vescicolare rinforzato è il suono che si percepisce allorchè il parenchima polmonare che si sta esaminando è sottoposto ad una maggiore ventilazione.
Presuppone, tuttavia, che il parenchima sia anatomicamente integro e stia semplicemente svolgendo una maggiore attività funzionale.
E' pertanto il suono che si rinviene auscultando il torace di un animale sano durante e/o dopo il lavoro o al quale siano state indotte inspirazioni profonde mantenendolo per un certo tempo in apnea chiudendogli le narici.
L'aumentata ventilazione fa sì che i fenomeni di attrito determinanti il murmure vescicolare aumentino di intensità, incrementando il murmure vescicolare e rendendolo udibile sia in fase inspiratoria che espiratoria

. Come già detto, però le vie respiratorie ed il parenchima mantengono la piena integrità anatomica.

 

Reperti auscultatori patologici

Murmure vescicolare rinforzato a riposo:

Come già detto sopra, il murmure vescicolare rinforzato è il suono che si percepisce allorchè si ausculta un parenchima polmonare anatomicamente integro che è sottoposto a maggiore ventilazione.
Se il murmure vescicolare risulta rinforzato con l'animale a riposo, però è da considerarsi indicatore di una situazione patologica.
Il rinforzo del murmure vescicolare non denuncia necessariamente la presenza di lesioni del polmone, bensì testimonia che quella parte di organo oggetto dell'ascoltazione (anatomicamente integro) è chiamato a compiere una funzione maggiore della normale per supplire ad una difficoltata ematosi o alla sottrazione di altra parte di polmone dalla sua normale funzione. In altre parole, è il suono che si percepisce allorchè quella parte di parenchima che si sta auscultando sia maggiormente ventilato per supplire, in maniera compensatoria, a disfunzionalità situate in altre parti del polmone (auscultazione a destra con polmonite a sinistra) o in altri organi (malattie cardiovascolari, anemia etc...).

 

Murmure vescicolare aspro od impuro:

Il murmure vescicolare aspro, od impuro, rappresenta una variante patologica del murmure vescicolare rinforzato, presente in maniera uguale in ambedue le fasi del respiro, con tonalità più alta e meno dolce della precedente.
A differenza del murmure vescicolare rinforzato, tuttavia, presuppone un problema patologico intrinseco della parte di polmone che si sta esaminando. L'asprezza del murmure, infatti, è dovuta ad irregolarità della mucosa bronchiale o a riduzione del lume dei bronchi (edema o iperemia della mucosa bronchiale, broncospasmo, etc..)

 

Murmure vescicolare affievolito:

Il murmure vescicolare risulta affievolito per difficoltata e quindi ridotta introduzione di aria; quando aumenta lo spessore del mezzo interposto fra l'orecchio di chi ascolta ed il polmone (aumento di grasso sottocutaneo, edemi della parete toracica, cotenne o versamenti pleurici, ecc.); allorchè sussistono condizioni particolari patologiche del polmone che riducono l'attrito dell'aria al suo ingresso negli alveoli polmonari (enfisema acuto di alto grado con dilatazione dei colletti alveolari).

 

Murmure vescicolare scomparso:

Il murmure vescicolare scompare completamente o neglio non è più percettibile all'ascoltazione di alcune zone o di tutto un emitorace quando il polmone in quelle parti non è più aerato (epatizzazioni, infiltrazioni, atelettazia, infarti polmonari, neoformazioni, cisti parassitarie) od in presenza di caverne o di bronchiectasie o di processi molto avanzati di enfisema cronico alveolare (nel cavallo), o di notevoli versamenti pleurici.

 

Soffio tubario o soffio bronchiale:

Il soffio tubario rappresenta l'elemento clinico tipico del focolaio polmonitico.
Esso si manifesta come un rumore soffiante, forte, superficialissimo, inspiratorio ed espiratorio, simile, foneticamente, al rumore che noi possiamo riprodurre atteggiando la bocca per pronunziare il "ch" ed aspirando l'aria.
Esso non è altro che il soffio laringo-trache-bronchiale trasmesso attraverso i bronchi ed il parenchima polmonare allorchè questo non è più aerato, bensì modificato in un mezzo compatto, omogeneo e buon conduttore di suoni.
Questa condizione si verifica in maniera completa nel corso della epatizzazione polmonare che si verifica nella polmonite fibrinosa (soprattutto nel 2° stadio).
Affinchè il soffio tubario sia puro è necessario che il focolaio polmonitico sia di una certa entità, abbia sede in una zona ascoltabile, sia superficiale e che il bronco che lo attraverso sia pervio.
Per quanto detto sopra, la conferma della vera esistenza del soffio tubario possiamo averlo ascoltando la trachea; il carattere ed il timbro del soffio tubario devono essere identici a quelli del soffio tracheale.

 

Rantoli:

I rantoli rappresentano l'elemento patologico più frequentemente presente e riscontrabile all'ascoltazione del torace, e sono l'epressione di abnormi secrezioni o di essudazione bronchiale od alveolare con o senza alterazioni anatomiche della mucosa e riduzione del lume bronchiale.

Si dividono in:
---  rantoli umidi e
---  rantoli secchi

I rantoli umidi sono legati alla presenza di trasudato o di essudato (per lo più catarrale) fluido mosso dall'aria respiratoria nelle ramificazioni bronchiali.
Vengono definiti a grosse, medie e piccole bolle a seconda della loro sede di origine (grossi, medi e piccoli bronchi).
I rantoli crepitanti caratterizzano i processi bronco-alveolari, nei quali il catarro bronchiale piuttosto fluido e viscoso o l'essudato si mescolano all'aria respiratoria e da ciò il senso di crepitio percepibile all'ascoltazione.
Una variante dei rantoli umidi sono i rantoli cavernosi e gorgoglianti.

I rantoli secchi si determinano nei processi bronchiali quando la mucosa risulta ispessita od edematosa e sono rappresentati da fischi o sibili, inspiratori, espiratori, o continui, a sede fissa od a sede variabile.
A volte è necessario fare compiere all'animale inspirazioni profonde (eventualmente inducendo un piccolo periodo di apnea chiudendo le narici o applicando una cuffia di gomma sulla regione nasale) o una piccola attività motoria.

Sfregamenti o gorgogliamenti:

All'ascoltazione del torace si possono riscontrare anche rumori di provenienza pleurica o pleuropericardica.

Gli sfregamenti denunciano confricazioni fra i foglietti pleurici per irregolarità delle loro superfici (es. infiammazioni senza versamento).
I gorgogliamenti, invece, segnalano la presenza di liquido (di norma essudatizio e misto a gas) libero nel cavo pleurico. , come sfregamenti o gorgogliamenti.